Mio figlio di 7anni ieri mi ha chiesto cosa significasse shoah.
L’aveva sentito dalle sue maestre che parlavano tra di loro ma non ha osato chiedere… si e’ portato la curiosità a casa.
Ho detto lui che si trattava di un bruttissimo periodo di non molto tempo fa in cui furono uccise moltissime persone perché ingiustamente ritenute diverse e quindi inferiori.
Se ne e’ andato un po’ perplesso ma so che tornerà a chiedere…
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Il termine Shoah (che in lingua ebraica significa “distruzione” (o “desolazione”, o “calamità”, con il senso di una sciagura improvvisa, inaspettata), è voluto dagli ebrei, i quali, attualmente, rifiutano l’altra parola stilizzata, Olocausto, in quanto questo indica un sacrificio propiziatorio, il che è sicuramente ingannevole.
L’espressione Shoah si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l’8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa: in questo periodo furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli ebrei . Pur essendo impossibile accertare l’esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone. La maggior parte delle autorità generalmente accettano la cifra approssimativa di sei milioni a cui si devono sommare 5 milioni circa di civili non ebrei uccisi. In tutto quindi, ma la cifra precisa ha ben poca importanza, oltre 10 milioni di persone furono uccise dall’odio nazionalsocialista.
Tra i gruppi assassinati e perseguitati dai nazisti e dai loro collaboratori, vi erano: zingari, serbi, membri dell’intellighentia polacca, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone definite “anti sociali”, come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti. La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio, che erano campi di concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica.
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Penso non ci siano parole, dette ora, che possano esprimere quello che fu.Conviene ascoltare i ricordi… Ho letto Etty Hillesum circa due anni fa, Michele mi consigliò di leggere il suo diario… disse che forse io avrei capito ancora meglio essendo scritto da una donna…
Talvolta lo riprendo per mano perché leggere i suoi pensieri mi dà sempre coraggio e forza.
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…Ora devo dormire e lasciar andare tutto. Mi gira tanto la testa. Non c’e’ niente che funzioni nel mio corpo. Vorrei guarire presto, ma dalle tue mani accetto tutto come viene, mio Dio. So che e’ sempre un bene. Ho imparato che un peso può esser convertito in bene se lo si sa sopportare.
Vedi, ho ancora sempre lo stesso problema, non so decidermi a smettere di scrivere: all’ultimo momento vorrei ancora trovare la formula liberatoria, la parola che esprima il mio ricco, sovrabbondante sentimento della vita. Perché non mi hai fatta poeta, mio Dio? Ma si, mi hai fatta poeta, aspetterò pazientemente che maturino le parole della mia doverosa testimonianza: cioè che vivere nel tuo mondo e’ una cosa bella e buona, malgrado tutto quel che ci facciamo reciprocamente noi uomini…
…Dammi un piccolo verso al giorno mio Dio, e se non potrò sempre scriverlo perché non ci sarà più carta o perché mancherà la luce, allora lo dirò piano, alla sera, al tuo gran cielo. Ma dammi un piccolo verso di tanto in tanto…
Da “DIARIO 1941 – 1943” di Etty Hillesum
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Presso Glimmen, 7 settembre 1943
Christien, apro a caso la Bibbia e trovo questo: “Il Signore è il mio alto ricetto”.Sono seduta sul mio zaino nel mezzo di un affollato vagone merci. Papà la mamma e Mischa
Sono alcuni vagoni più avanti.
La partenza è giunta piuttosto inaspettata, malgrado tutto. Un ordine improvviso mandato appositamente per noi dall’Aia. Abbiamo lasciato il campo cantando, papà e mamma molto forti e calmi, e così Mischa. Viaggeremo per tre giorni. Grazie per tutte le vostre buone cure. Alcuni amici rimasti a Westerbork scriveranno ancora a Amsterdam, forse avrai notizie? Anche della mia ultima lettera?
Arrivederci da noi quattro.
Etty
Questa cartolina postale, che Etty buttò fuori dal treno il 7 settembre 1943, fu ritrovata lungo la linea ferroviaria e spedita da Glimmen (nella provincia di Groningen) il 15 settembre 1943.
DA “Lettere 1942 – 1943” di Etty Hillesum
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Etty Hillesum, nata nel 1914 a Middelburg da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, morì a Auschwitz il 30 settembre 1943
E come si potrebbe dimenticare anche se non c’eravamo, anche se in modo diverso, l’importante e’ non dimenticare l’orrore che e’ stato anche se qualcuno a distanza di anni dice che non sia mai esistito.
Un abbraccio a te caro Rino
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Eccoci, un anno dopo a ricordare ancora una volta il passato, per non dimenticare.
Un abbraccio.
Rino
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*priedavat: e’ meglio che ci aggiungi anche due parole…
*Francesca: e’ stata una buona domenica…tra le ragazze della pallavolo, spirito di squadra e tanta passione.
*Rino: condivido il tuo pensiero. Si parte dal singolo uomo, perche’ ogni singolo uomo ha il suo valore.
*Melania: la mia truppa e’ tutta a nanna, oggi giornata intensa per loro tra passeggiate in maschera e partite di pallavolo.
*Roberto: un saluto anche a te e oramai associo anche quello di una buona domenica sera
*ba.Bo: guardarsi attorno con piu’ attenzione dici tu e oserei aggiungere darsi il tempo per farlo! E’ un po’ l’argomento del post successivo in fin dei conti
*Carlo: non ho imparato questa poesia a scuola ma l’ho letta nel quaderno di mia figlia l’anno scorso. Leggerla ora mi ha toccato come un anno fa . Grazie di questo regalo che ci hai fatto
Cari amici vi ringrazio e vi auguro un buon inizio settimana
Dona
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Questa è la poesia di una grande donna, forse la prima poesia che ho imparato a memoria (alle elementari), mi è venuta in mente e la metto qui:
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…
(Joyce Lussu)
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In effetti, come si fa a spiegare l’insiegabile? E soprattutto come si fa a capire il non capibile?
Eppure, qualcosa, una spiegazione la si deve pur trovare. Soprattutto pensando che anche in questo momento, in tante parti del mondo, tragedie diverse ma purtroppo simili alla Shoah ancora si ripetono….solo che non se ne parla….
Ed è questo un grande male del nostro mondo…..
Per non dimenticare, purtroppo, basterebbe guardarsi attorno con piu’ attenzione…
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Un saluto domenicale
Roberto
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Ciao Dona. Ho dormito pochissimo stanotte e sono un po’ a pezzi e mi aspettano un po’ di cose da fare in casa. Poi verso mezzogiorno conto di uscire per prendere un po’ di sole.
Sentivo gli uccellini cantare, stamani presto, e sembrava di essere già in primavera. Questo mi rincuora.
Buona giornata a te e alla tua “truppa”
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Il mio Talmud dice: “Chi salva una vita salva il mondo intero”: base per una pacifica convivenza.
Tanti sono stati gli ebrei uccisi, tanti i tedeschi morti: stranezze del destino.
Rino, nel ricordo nel suo passato.
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ciao Dona di auguro un sabato sera sereno…anzi felice!:)
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eppure esiste ancora questo: http://www.sbt88.com
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*roberto: e pensa che gli strascichi si fanno ancora sentire nella non tolleranza che in fondo ognuno di noi anche se in modo impercettibile ha.
*Cielo: seguendo i loro tempi credo, non sminuendo il loro interesse, un passo per volta, e’ una crescita che possibilmente dobbiamo condividere con loro.
*NY: penso pero’ che non li dobbiamo troppo sottovalutare nel capire anche le cose piu’ atroci.
*Barbie: in effetti sono qui che aspetto, sicuramente tornera’, loro hanno bisogno di elaborare piccoli concetti per volta
*Melania: le ingiustizie estreme ci sono sempre state da che e’ stato creato l’uomo anche semplicemente nella distinzione tra ricchi e poveri, continuano ad esserci, le stiamo vivendo anche noi sulle nostre spalle anche se la differenza sembra non esserre cosi’ evidente.
*Flavio: credo che nessuno possa dimenticarli anche se come me in molti non li hanno vissuti, andando avanti negli anni saranno sempre meno quelli che ne potranno avere ricordo diretto perche’ allora bambini e sopravvissuti, verranno sempre meno le testimonianze dirette e sta a noi figli, nipoti e discendenti tutti onorarne il sacrificio.
*demi:ho voluto mettere le testimonianze di Etty Hillesum perche’ mi veniva strano pensare come una donna che stesse vivendo tale esperienza in un campo di concentramento potesse avere cosi’ tanta forza da affermare che la vita e’ bella. Lei trovava la sua forza nelle fede in Dio e talvolta sento il bisogno di rileggerla nel suo diario proprio per questo.
*Francesca: le iniziative, per fortuna, in tutta Italia sono molteplici. Anche la nostra scuola media organizza ogni anno delle rappresentazioni teatrali con i ragazzi protagonisti alle quali partecipano come spettatori anche i bambini delle elementari .
Sono rappresentazioni che di solito raffigurano scene di vita quotidiana di un tempo.
un caro saluto a tutti
Dona
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scusami…ho saltato una parola…il meeting internazionale
baci Dona
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Ho letto che all’università di Firenze ha preso il via internazionale dal titolo “Sterminio e stermini Shoah e violenze di massa nel Novecento” che durerà fino al 30 gennaio e parteciperanno studenti di tutto il mondo per e il tema della “didattica della memoria” sostenendo i testimoni del passato e dando ai giovani – fin dalle elementari- tutti gli strumenti per non dimenticare…certo per parlare ad un bimbo ci vogliono appunto gli strumenti adatti e non è facile.
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Il tema dello Shoah è qualcosa di a me molto caro… qualcosa che mi ha sempre compunto il cuore come fosse un dolore che mi appartiene… e in fondo è così… perchè sono parte dell’umanità e “ogni morte d’uomo mi diminuisce”..
Mi hanno molto colpito le parole di Etty Hillesum che ci hai regalate… è meraviglioso vedere come in momenti così devastanti il dolore delirante ceda il passo alla fede sincera… alla serenità di chi ha compreso che c’è Qualcosa di più grande per cui vale la pena vivere… a costo di tutto..
Mi rendo conto di quanto noi, comodi nelle nostre comode vite, troppo poco spesso consideriamo quant’è meravigliosa questa vita che c’è stata data… e quanto poco spesso dimentichiamo di rigraziare Chi ce l’ha donata e ce la dona ogni istante…. quant’è meraviglioso alzare gli cocchi al Cielo.. e riscoprire la fedeltà di un Dio così grande… che ci regala un coraggio senza fine anche in momenti terribili come quelli vissuti durante l’Olocausto… e so che quel Dio è ancora lo stesso…e non ha dimenticato…
Possa l’uomo pure non dimenticare quei giorni di terribile dolore… perché “chi dimentica il passato è destiato a riviverlo”.. così non sia…
Mi sono spessa chiesto il perchè al male nel mondo… e ho trovato la mia risposta esplicitata nelle parole di Ungaretti, nella sua poesia “Mio fiume anche tu” (http://poesie.wordpress.com/2007/10/02/mio-fiume-anche-tu/)
Ti lascio un forte abbraccio Dona…
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Giorni terribili da non dimenticare……mai!!!!!!
Ciao
Flavio
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Ogni volta mi sento stranita. Sono adulta, dovrei esserci abituata a questi pensieri e a questi ricordi, che, anche se non ho vissuto direttamente, per mia fortuna, mi sono noti.
Sì, è proprio difficile spiegare a dei bambini tanta cattiveria e tanta crudeltà. Perché io sono la prima che non la capisce…
Bellissimo post, Dona.
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certo, tornerà a chiedere, è difficile dare risposte ad un bambino, quando si tratta di cose così terribili.
A presto Dona.
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la crudeltà dell’uomo è veramente inconcepibile agli occhi di un bambino, come potrebbe essere altrimenti? siamo veramente delle bestie
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Come si spiegano queste cose a un bambino?

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Ogni volta che leggo qualcosa o vedo un film che parla di quel periodo,non riesco a capacitarmi di che cosa orribile l’uomo si possa essere macchiato.
Roberto
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