*Mondo senza fine Ken Follet

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Ho letto i  I PILASTRI DELLA TERRA  circa 15 anni fa e ricordo di essermi completamente immersa in quel romanzo, immedesimandomi nelle situazioni e nella vita medioevale.
E’ stato, per molto tempo, una delle mie più belle letture ed e’ per questo che non potevo non leggere quella che viene considerata in qualche modo il continuazione di quella storia.

Sapevo che in un certo senso ne sarei rimasta delusa leggendo MONDO SENZA FINE, sono diventata sensibilmente più critica ma apprezzo comunque il lavoro di ricerca che sta dietro ad un mattone del genere, compiuto non da Follet ma dalla schiera di ricercatori che lavorano per lui.
Sostanzialmente e’ una narrazione di 34 anni di storia medioevale (1327 – 1361) a Kingsbridge,  famosa per la sua cattedrale, perno del precedente romanzo di Follet.

Una città che era assoggettata alle leggi del priorato e dei nobili che facevano capo al   RE EDOARDO III D’INGHILTERRA.  
Il romanzo parrebbe incentrato su un segreto legato al precedente re EDOARDO II , che avrebbe dovuto condizionare la vita di tutti in questo periodo di tempo, che viene menzionato solamente all’inizio e alla fine del libro ma in realtà i succo per me sta in tre spunti di osservazione:

Il potere della chiesa

La schiavitù

ma soprattutto

Il lento ed inesorabile mutamento che rivoluzionerà le arti e la scienza in cui ci si lascia le spalle il buio e si cominciano ad intravedere i primi bagliori di una nuova epoca.



Il potere della chiesa che si e’ mantenuto inalterato per anni, in quegli anni ha provocato odio e distruzione e confidando nell’ignoranza e sottomissione degli schiavi li ha tenuto in pugno in nome di una “volontà divina” a cui tutti erano fedeli anche se la chiesa, la maggior parte delle volte, lo era esclusivamente per arricchire i propri tesori e aumentare in modo considerevole il proprio potere.

Chiesa e nobiltà, unite in guerre assurde di conquista, si facevano spregevoli portabandiera delle più truci razzie.

Ora il modo di agire e’ cambiato, e’ cambiata la strategia ma il gioco e’ subdolo e la nostra salvezza sta nella fede personale senza mai perdere di vista chi ci sta alle spalle. 
In tutto questo c’e’ uno spiraglio di luce e sta nella conoscenza data dall’esperienza e nella volontà di cambiamento.
Si fa portavoce di questo spirito di iniziativa il personaggio coraggioso e idealista che si trova a combattere una delle calamità del secolo, la grande moria: la PESTE.
Caris, una giovane donna abile commerciante e successivamente badessa nella cattedrale, rivoluzionerà il modo di vedere la malattia, introducendo nell’Ospitale le metodi fondamentali che tutt’oggi sono alla base della cura delle malattie infettive:pulizia, disinfezione e isolamento. Non può altresì mancare l’ amorevole cura verso l’infermo, in quel tempo prerogativa di suore e che pian piano veniva esteso anche alle persone che non avevano preso i voti…

Fino a non molto tempo fa si considerava l’infermiera come una sorta di figura monacale, e con la scusa di considerare questo lavoro come una missione fu tenuta relegata dietro il suo camice bianco… a tutt’oggi con fatica si riescono a togliere questi stereotipi  da questa professione…ma di questo vi parlerò in una prossima occasione.

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Appendice riflessiva…

Sto seriamente prendendo in considerazione di richiedere a Follet, considerando che tra vent’anni io ne avro’ sessanta, di far stampare la sua prossima opera, proseguo di quest’ultima, in più tomi di circa tre quattro etti l’uno…penso che alle mie braccia risulterebbe difficile  sostenere ancora 1,269 kg per 1367 pagine…del resto tra vent’anni lui ne avrebbe circa ottanta e forse non serve che mi ponga ora il problema!?!

17 pensieri su “*Mondo senza fine Ken Follet

  1. *Roberto: sei molto gentile, apprezzo la tua presenza.

    *Francesca: purtroppo posso esserci proprio poco in questo periodo, ma passo a trovarti tutte le volte che posso. grazie

    *un progressista: stanne pur certo, mi son fatta delle braccia!!!!a parte gli scherzi e’ davvero troppo voluminoso

    *NY: non avevo dubbi… troppo pacchiano e banale come autore per una libreria di un architetto 🙂

    un caro saluto
    Dona

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  2. non ho letto questo libro, comunque stando al tuo ironico commento finale, è un libro che tiene pure in forma: interessante!

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  3. *Roberto: ti ringrazio. Ultimamente non riesco piu’ ad aprire la pagina dei commenti nel tuo blog e molte volte non riesco neppure ad entrare… si blocca tutto. Mi spiace, penso sia tutto dovuto alla mia connessione lenta 🙂 Spero che arrivi qualcosa di piu’ veloce al piu’ presto… comincio a sentirmi unpo’ isolata!!!

    *Francesca: per quanto riguarda il libro sono del tuo stesso parere… son comunque contenta di averlo letto
    per quanto riguarda la professione dell’infermiere non sono cosi’ ottimista come lo sei tu… sulla carta si vuol far credere che l’infermiera sia una laureata e quindi una professionista, in realta, nella realta’ di tutti i giorni, si ritrova a far fronte alle incombenze di sempre perche’ mancano i mezzi e le risorse e inoltre fa comodo che rimanga una figura sottomessa alla volonta’ di medici e dirigenti aziendali… per quanto riguarda il lavoro sul territorio, forse un po’ di piu’ autonomia d’azione c’e’.

    *Melania: anche io leggo la maggior parte delle volte a letto, con la lucina assassina dietro le spalle e quindi anche la vista prende le sue belle mazzate… l’ideale sarebbe che qualcuno ce lo leggesse 🙂 ho assistito un giorno alla registrazione di un capitolo di un libro da parte di un mio vicino di casa che presta la sua voce per il servizio del “libro parlato” per i non vedenti… mi sono seduta sul divano, ho chiuso gli occhi e mi son fatta trasportare dalla lettura… meraviglioso!!!

    *Xeena: e in effetti oggi il tempo non e’ stato niente di buono… il mio umore ne ha risentito alla grande, spero che per te sia andata meglio. Domani si vedra’

    *Alex: non ho mai letto nulla di Gordon… andro’ a vedere di che cosa si tratta. Grazie

    *Artemisia: e’ un argomento che affrontero’ di certo prima o poi… sicuramente ce ne sara’ l’occasione. Per me e’ un argomento vasto da trattare… magari un po’ per volta, per il momento ho tirato il sasso…

    *ma.ni: penso che sara’ difficile per te concentrarti ora su letture lunghe…son sicura pero’ che farai felice il tuo tato senior se leggerai qualcosa per lui

    *noemi: in passato ho letto molto di Follet poi l’ho abbandonato per altri tipi di letture, un po’ di tutto , dipende dal momento della mia vita che sto attraversando…

    *Prie: due segnalazioni su Gordon… aggiudicato, ora vado a vedere!

    *Giulia: per spezzare letture piu’ profonde va sicuramente bene.
    un caro saluto a te. domani se ho tempo scrivo qualcosa per l’isola.

    Buona serata a tutti
    Dona

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  4. Non é un autore che mi piaccia granché e poi adesso non é proprio il momento di iniziare un tomo di quelle dimensioni. Sto leggendo un libro italiano sulla stessa epoca storica e di poco píú leggero e non so quando potró finirlo… Mi sa che é destinato ad essere ricominciato.

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  5. telegrafico: con le dovute diversità storiografiche ho apprezzato e goduto di più la lettura di Medicus di Noah Gordon.

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  6. Ora ti auguro un buon fine settimana anche se sento che sta piovendo, ora metto il naso fuori ma non promette niente do buono….devo sbrigarmi, sono sempre in ritardo.
    CIAO!!!!

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  7. Ammetto che non amo Ken Follet.
    Il problema di un libro eccessivamente pesante lo sento già ora, specie la notte a letto. Ne parlavo proprio ieri con mio padre che sta rileggendo Dumas e ha lo stesso problema (con la differenza che io sono un attimino più giovane di lui). Ed anche quando sono scritti troppo in piccolo.
    Sino ad ora ho rifiutato l’idea di andare da un oculista
    Forse si invecchia…
    Passa un fine settimana bello e sereno.

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  8. hai ragione Dona, dietro un libro del genere c’è un grosso lavoro di ricerca, è un libro con un’architettura perfetta…ma credo (questo non l’ho letto, ma ne ho letti altri) manchi dell’anima stessa della narrativa così come la intendo io…
    Penso che la figura dell’infermiera sia una delle figure professionali più significative della sanità (lavoro in un istituto di ricerca della sanità) credo che si attribuirano sempre più responsabilità alla professione infermieristica, come ruoli dirigenziali , l’impegno sul terreno della prevenzione e la gestione diagnostico-terapeutiche

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  9. Sempre bello leggerti Dona ,domani darò una sbirciatina nella libreria di mia Figlia,so che diversi libri di Kenn Follet.
    Buon fine settimana
    Roberto

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