*Un giorno disse il grillo alla formica…

Stasera volevo scrivere di “strane combinazioni da incubo”, uno spunto datomi da ba.BO ieri quando mi ha nominato per un simpatico gioco ma improvvisamente il mio cuore si e’ riempito di tristezza.

E’ sorprendente come certe notizie ti possano cambiare improvvisamente il corso dei pensieri, delle emozioni e così rimani senza parole, impotente di fronte alle certezze che gratuitamente  la vita ti dà e che alla stessa maniera ti toglie.

Stasera il suo camion e’ fermo mentre lui sta compiendo l’ultimo viaggio, solo.
Caro amico, ricordando l’allegria che portavi tra di noi, ti dedico questo breve racconto.

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UN GIORNO DISSE IL GRILLO ALLA FORMICA…
Devono essere proprio loro…
Prima le vibrazioni tutt’ attorno, poi  suoni indefiniti ed infine le voci.
Tina me ne ha parlato alcuni giorni fa e devo dire che il suo racconto mi ha fatto sorridere tra le antenne.
“Quella famiglia mi fa proprio schiattare dal lavoro!” Aveva detto Tina una sera di inizio maggio davanti alla volta del mio buco di tana, massaggiandosi la schiena sul gambo di una margherita.
E poi continuò:  “Oramai sono troppo vecchia, la notte avrei bisogno di dormire e quel soldino sembra sempre più pesante da trasportare, su, fino al davanzale…
Non ci sono più i dentini di una volta, raramente ne trovo di piccolini e sani da prelevare e depositare nello scrigno dei ricordi. Spesso, invece, il carico e’ pesante e come se non bastasse e’ cariato…insomma…un po’ di comprensione per una povera formica,  dico io! Trasportare materiale avariato e per lo più senza percepire la benché minima ricompensa… Dopo tante lotte di piazza, dove stanno i miei diritti sindacali?”…
Come si fa a rimanere seri di fronte a tanta simpatia ma Tina sembrava essere proprio con le gomme a terra per cui rimandando al mittente l’inevitabile sorriso cercai di consolare la mia amica.
“Ma Tina, non capisci che i bambini credono in te, non li puoi deludere! La ricompensa sta nel vedere la gioia nei loro occhi quando al mattino trovano quel desiderato soldino. E poi,  che mi dici delle tradizioni? Sono un patrimonio da non perdere per non dimenticare le nostre origini.”
“Cri, cri, cri, tutti uguali voi grilli, ma per chi mi hai preso…per Pinocchio? Quella e’ un ‘altra fiaba e io non sono di legno…le capisco pure io certe cose!”.
La risposta di Tina non mi stupì, faceva parte del suo carattere essere a volte spocchiosa, ma sapevo che le mie parole sarebbero andate a bersaglio.
Perso nei miei pensieri mi sono dimenticato per un attimo della loro presenza.
Era inevitabile che quel fastidioso filo d’erba entrasse, come al solito, senza chiedere permesso, nella mia casetta. E le voci diventano sempre più concitate e il mio nervosismo sempre più  incalzante.
Mi dà proprio fastidio quel filo d’erba ed ahimè, loro lo sanno e non mollano la presa…inevitabilmente debbo uscire e la mia espressione non e’ delle più serene.
Tutt’ altro lo sono quelle di quei bambini e della loro mamma: quattro paia di occhi soddisfatti mi fissano e mi sento come se fossi trapassato dai raggi X. Non mi vogliono fare del male…
”Ma che fine ha fatto la legge sulla privacy?…E’ imbarazzante trovarsi in questa situazione, non credete?” Ma poi penso che del resto, pure questa e’ una tradizione di questi prati così cerco di fare l’ indifferente, mi guardo attorno e scorgo Tina. Se ne sta lì, nascosta da un soffione…
…non pensavo che le formiche potessero sorridere e neppure strizzare l’occhiolino!

9 pensieri su “*Un giorno disse il grillo alla formica…

  1. Grazie amici della vostra solidarieta’. Vi abbraccio tutti

    *Ramona: penso che ognuno debba trovare in se le sue risposte a questo tipo di tragedie. Di sicuro, avremo modo di parlarne… appena possibile.

    Ciao a tutti
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  2. avverto tra le tue righe tanta tristezza, e mi dispiace.
    Il racconto è bello, come le parole a contorno,
    ti auguro di riprenderti presto,
    e ti abbraccio

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  3. e io sono triste come te, per la nostra comune amica e per questa disgrazia. Poi penso che siamo tutti destinati ad avere o lasciare perdite pesantissime e mi dico che non è giusto. Che questa vita deve per forza avere un senso anche quando finisce. Ma vorrei che me lo spiegassero.
    Un abbraccio stretto stretto.

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  4. Mi dispiace per il tuo stato d’animo e capisco perfettamente.
    Il tuo racconto e la dedica sono belli e lasciano, nonostante il triste momento, un buon sapore. Una bella sensazione.
    un abbraccio e buona notte

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