
Se ne sta in cima al mucchio, dà leggermente la schiena alle sue montagne e si gode il tepore di un raggio di sole che sembra donarle sollievo per l’ultima volta.
Il calore che stasera l’avvolgerà sarà diverso, intenso, risolutivo nel cancellare un anno di vissuti in una cerimonia che celebra il passaggio verso l’equinozio di primavera, verso un nuovo anno.
Sa di rappresentare una delle tradizioni più radicate nella civiltà contadina e sembra esserne conscia nel portamento fiero, nei suoi abiti che non conoscono moda, nell’ azzurro dei suoi occhi, sinceri e lecitamente spassionati.
In essa poniamo i nostri malumori, le nostre sottili cattiverie, le cose non dette ma molte volte pensate.
Ed è così che il suo testamento si fa ricco di nomi, fatti e pettegolezzi… diciamo… un “gossip paesano” che non ha nulla da invidiare a quello delle più patinate riviste della city.
Chissà se lo tiene nella vecchia valigia che porta con se al rogo, il suo testamento; di certo sta scritto nella sua testolina di cartapesta impreziosita dal vezzo di due pendenti.
A guardarla bene di vecchio ha ben poco, la sua pelle non mostra una ruga… e’ liscia, gli zigomi sono ancora alti… la sensazione e’ che non si voglia gettar via solamente il “vecchio e il vissuto” in termine di età anagrafica e di esperienza … forse queste sarebbero le cose da salvare… certi valori sicuramente si son persi per strada.
La sua espressione la dice tutta, un misto di inquietudine e preoccupazione… oserei dire anche paura!
Non per la sorte che l’attende stasera che sembra essere invece una delle poche certezze ma per il sentore che poco si rinnovi, che poco venga lasciato alle spalle, che la solita strada venga percorsa, ad occhi chiusi e senza fare tesoro degli errori commessi…
°Melania e Giulia: piace molto anche a me scoprire usanze e tradizioni di altri paesi, se avessi tempo e possibilita’ mi piacerebbe pure viverle, entrare nell’atmosfera… vediamo quando andro’ in pensione 🙂
°Ma.ni: in effetti e’ cosi’ come dici tu, un po’ inquietante veder ardere una figura umana anche se si tratta solamente di un manichino, per un momento ho pensato se avrebbe potuto dar fastidio a i miei figli ma vedendo i loro visi il pensiero e’ volato via con le faville che si alzavano dal rogo. Loro sanno vivere con molta piu’ spensieratezza di noi… per fortuna!
Per la catena vengo a vedere di che cosa si tratta, non le amo molto ma vediamo… Perdonato 🙂
Buon sabato sera
Dona
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Non riesco aricordare il nome che davamo a questa tradizione che peró non contemplava il rogo di un manichino ma solo di cose vecchie e combustibili. Trovo inquietante l’immagine umana avvolta dalle fiamme.
P.S. Ti ho citata in una catena di “blogawards”…Perdonami. 🙂
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Che belle queste traizioni…Giulia
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Anche dalle mie parti si fa qualcosa di simile. E’ bello scoprire tradizioni simile in luoghi così lontani. E anche io trovo questa tradizione un po’ inquientante… ma interessante.
E’ bello leggerti nuovamente, cara Dona.
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°Cielo: “cielo che affermazioni!!!”…
°Flavio: penso che ognuno un pensierino l’ha fatto su chi buttare in quel rovo… forse la mamma e’ quella che merita meno pero’… no?
°Artemisia: un po’ lo e’ stato veramente, specialmente quando ha chinato il capo…
°Noemi: il tuo commento mi ha riportato alla mente un pensiero che riporto nel post successivo. Grazie
Un caro saluto
Dona
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“…. che poco venga lasciato alle spalle, che la solita strada venga percorsa, ad occhi chiusi e senza fare tesoro degli errori commessi…”
Quanto è vero Dona.. quanto presto ci dimentichiamo degli errori commessi, quando invece potremmo trarne preziosi insegnamenti!
La vita è fatta di tappe che vanno interiorizzate… e ad ogni passo ci è utile un insegnamento appreso lungo il cammino… questo fa la nostra storia… questo la nostra vita… ma troppo spesso continuiamo a ruzzolare saltellando passaggi importanti, dimenticandocene e continuando a cadere,.. ripetutamente e a farci male.. sempre..
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Un po’ inquietante questo rito. Va beh, e’ la tradizione!
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Quando ho raccontato di questo tuo post a mio padre mi ha detto:
“Bell’idea questa di bruciare la vecchia, se tu porti la paglia io porto la mamma!”
Scherzava naturalmente….comunque vado a trovarlo, non si sa mai!
Buona giornata cara
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Madonna Dona … la signoria sua rivive il passato con maestria e lo riporta a noi lustro per apprezzarlo ancora, ancora, ancora….
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Ciao Rino, ben ritrovato!
BEH, chi meglio di te puo’ ipotizzare questo… di certo e’ l’immagine della tradizione che trova radici nella storia. E’ comunque una storia che si ripete, la storia che porta a pensare il sinonimo di “vecchio”, di qualcosa che si vuol superare, gettare alle spalle senza rendersi conto che rappresenta le nostre fondamenta, radici e che solo nell’ apparenza noi possiamo mostrare diversa agli altri.
Felicita’ a te
Dona, rirelazionando.
Cielo: si hai ragione, come del resto anche dal nostro presente. il passato pero’ ci rende forti dandoci le basi sulle quali poi costruire il nostro futuro. A me piace dare sempre un certo occhio di riguardo al passato, anzi talvolta ci vivo!
Buona giornata
Dona
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La vecia….. quante cose ci sono da scoprire e da imparare dal passato…
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… e se fosse l’immagine della Storia?
Buona serata, Dona.
Felicità.
Rino, relazionando.
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