*Bruciata viva – Suad

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Mi è stato regalato questo libro a Natale assieme ad un altro dal titolo “Come uccidere il marito (e altri utili consigli domestici)” e mi e’ venuto da sorridere

Non credo che leggerò quest’ ultimo… penso che ognuna di noi nella nostra vita matrimoniale un pensierino l’abbia fatto e di certo semmai ci sfiori l’intenzione non avremo di certo bisogno di trovare consiglio in un libro.

Ho appena finito di leggere invece “BRUCIATA VIVA”. L’ho letto d’un fiato e ho davvero sofferto nel farlo. Questo testimonianza di una donna cisgiordana fa rabbrividire.

Laggiù una donna non ha vita. Molte ragazze vengono picchiate, maltrattate, strangolate, bruciate, uccise. E per noi è tutto all’ ordine del giorno. Mia madre ha cercato di avvelenarmi per finire il lavoro di mio cognato, e per lei era normale, faceva parte del suo mondo. E’ così che cresciamo noi donne. Ti riempiono di botte, è normale. Ti danno fuoco, è normale; ti strangolano, è normale. La mucca e le pecore, diceva mio padre, valgono più delle donne. Se non si vuol morire bisogna tacere, obbedire, strisciare, sposarsi vergini e fare dei figli maschi… se fossi vissuta là, sarei stata come mia madre, che ha soffocato le sue bambine appena nate. Forse anch’io avrei fatto bruciare mia figlia. Adesso mi sembra mostruoso, ma se fossi rimasta al mio paese, no! Quando ero all’ospedale, laggiù, e stavo per morire, pensavo ancora che tutto quello che mi stava succedendo fosse normale, Ma quando sono venuta in Europa ho capito che ci sono dei paesi dove non bruciano le donne e dove si e’ felici quando nasce una bambina. Per me il mondo si fermava entro i confini del mio villaggio, i suoi confini arrivavano fino al mercato, oltre il mercato, niente era più normale…”

E mi vien da sorridere, pensando a questo doppio regalo perche’ sono convinta che mai le cose succedono per caso… non so se questo accostamento di letture sia stato pensato dalla persona che me ne ha fatto dono… sta di fatto che c’e’ da riflettere.

In essi la cultura di due mondi diversi, entrambi facenti parti di un unico universo e cosi’ radicalmente opposti. Da una parte la testimonianza incredibile e toccante di una cultura che va a mettere in dubbio l’indiscusso valore della vita e dall’altra , dove tale valore e’ insito nelle nostre coscienze c’e’ un tale livello di insoddisfazione da potersi permettere di scherzare sul metodo migliore per “eliminare” una persona possa essere essa marito, moglie, suocera o altro ruolo in una famiglia.

Suad sognava di potersi sposare in Cisgiordania per poter acquistare quella libertà che le avrebbe permesso di uscire dalla porta di casa ed andare a fare la spesa sola e per non essere derisa da tutti nel villaggio per essere rimasta zitella. Avrebbe amato suo marito e le sarebbe stata servitrice fedele, gli avrebbe dato dei figli, non avrebbe chiesto altro

Le donne occidentali, seppur capaci di amare, tendono a voler mantenere invece quella liberta’ che sin dalla nascita hanno acquisito, vedendo spesso il matrimonio come legame che può in qualche modo scalfirla… e come dar loro torto sentendo certe vicende di violenza domestica… ma queste sono ancora ulteriori altre tristi storie…

17 pensieri su “*Bruciata viva – Suad

  1. *ma.ni: legegro’ sicuramente il tuo commento al libro in questione. Anche a me ha tremendamente sorpreso che uccidere una persona, una figlia, sia considerato normale in quei luoghi solamente per una questione d’onore della famiglia di apparteneza… anche da noi le “questioni d’onore” fanno incetta di vite umane e mi sa che alla fin fine, anche se per motivazioni diverse tutto il mondo e’ paese.

    *sempreio: ben ritrovata. Grazie della segnalazione, sembrerebbe una lettura interessante, vedro’ di cercare qualcosa per avere ulteriori notizie.
    Per certi versi e’ vero che la donna e’ vincente in quanto più sicura di sé e della propria identità, che si confronta quotidianamente con le incertezze degli appartenenti all’altro sesso. io ne ho riprova in continuazione in molte circostanze in cui mi sono venuta a trovare, in cui c’era un certo confronto con l’altro sesso. Diciamo che l’uomo, fin dai tempi che furono ha giocato molto sulla sua autorita’ e talvolta anche usando maniere forti per imporsi nella famiglia, la donna ha rappresentato la figura piu’ debole e malleabile ma capace di grandi sentimenti e anche di grandi astuzie. Diciamo che ora gli stili si sono un pelo amalgamati tra i due sessi.
    Ti ringrazio per il tuo intervento cosi’ partecipato, il senso dei miei post sta per la maggior parte nei pensieri che e’ in grado di sollevare in chi li legge.

    *Emma: si sa mai vero? 🙂

    Un caro saluto a tutti
    Dona

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  2. ciao dona,
    la tua riflessione è coinvolgente. quanto è strano il mondo. ma per fortuna non ci sono solo gli estremi: nella nostra civiltà credo sia la donna a prendere piano piano il sopravvento sull’uomo… ho letto una recensione del libro “Mascolinità all’italiana. Costruzioni, narrazioni, mutamenti” a cura di Elena dell’Agnese ed Elisabetta Ruspini, nella quale si parla di “mascolinità disorientate e ferite, messe in discussione dal femminismo e dalla lunga marcia verso la parità”. un quadro che vede, apparentemente, la donna vincente in quanto più sicura di sé e della propria identità, che si confronta quotidianamente con le incertezze degli appartenenti all’altro sesso, “apolli disfatti”, come li definiscono le autrici del saggio, in balia del proprio narcisismo e delle proprie fragilità.
    in fondo se vengono scritti manuali su come ammazzare il marito, che come giustamente dici si può togliere di mezzo in altri modi meno drammatici, qualcosa di vero in queste affermazioni ci potrebbe anche essere.
    personalmente apprezzo la libertà di essere donna e di vivere pienamente la mia femminilità accanto a un uomo che mi apprezza, anche per le mie doti professionali e per il contributo che posso dare alla crescita della famiglia…
    ho letto anch’io qualche libro sulla condizione femminile in altri paesi con una profonda tristezza.

    mi scuso per essermi un po’ dilungata, la discussione è molto interessante, ho apprezzato anche gli interventi degli altri utenti, oltre al tuo post molto ben scritto e documentato.

    ciao 🙂

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  3. *Barbie: insomma metto qui quello che a mio giudizio merita, quello che non mi ha soddisfatto piu’ di tanto lo tralascio.

    *Xeena: so che son storie che ti toccano e del resto penso che pochi rimarrebbero insensibili

    *Noemi: Il matrimonio purtroppo ancora oggi molto spesso è un qualcosa che viene affrontato per spirito di “accasamento”.. ci si sposa “nonostante lui sia così cosà… e faccia così e ancora cosà… e non mi rispetta e non considera le mie scelte e i miei punti di vista… etc… etc…” …
    Questa che hai scritto e’ una sacrosanta verita’… forse al giorno d’oggi un po’ meno, aumentano le convivenze e in un certo senso si tende a fare piu’ che altro quel che vuole la coppia che quel che vuole il parentado che ha sepre avuto una posizione molto importante nella decisione di creare una nuova famiglia.
    Sono pienamente d’accordo con il tuo pensiero che hai espresso come sempre con grande passione e di questo dialogo ti ringrazio.
    e poi, pur non amando molto celentano, devo dire che quella frase e’ molto esplicita e speriamo che succeda in futuro sempre a minor donne, perche’ ora come ora siamo ancora bel lontano da questo concetto in moltissime parti del mondo e molte volte non serve andare molto lontano, talvolta basta guardarsi addirittura allo specchio.

    Artemisia: Certo hai ragione, non serve arrivare ai fatti estremi come ho detto nella mia risposta al commento di Noemi.
    Non ho visto il programma, la testimonianza della Sgrena sara’ stata senz’altro toccante.

    Un caro saluto e grazie di questo bel dialogo a tutti
    Dona

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  4. C’e’ ancora tanto da fare per raggiungere un livello di considerazione e di rispetto per le donne. Anche senza arrivare alle situazioni estreme di cui parla il libro. Alcuni esempi li ha fatti Giuliana Sgrena sabato a Che tempo che fa.

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  5. Come hai ragione Dona, a volte dovremmo apprezzare di più la libertà che abbiamo e impegnarci a farci rispettare, e ancor prima a ripettarci noi stesse, a rispettare la nostra dignità, la nostra libertà!
    Odio la concezione della donna come macchina per fare i figli e per accudire “le voglie e i bisogni” dell’uomo.. ma mi rendo pure conto che molto spesso è proprio la donna ad accettare determinate situazioni, a vederle “normali”… proprio come scrive l’autrice del libro di cui ci hai raccontato.
    A volte dovremmo acquistare una nuova visione di noi stesse.
    Mi rendo conto che in molti paesi questo è più difficile.. ma io ancora oggi nella nostra bella Italia vedo donne che pur lamentandosi della condizione in cui sono costrette a vivere e di come vengono trattate non fanno nulla per cambiare le cose… facile parlare? No.. come non è facile agire e me ne rendo conto… ma troppe volte ci trastulliamo in situazioni che comunque ci sanno di qualcosa di “stabile”, di “normale” puttosto che “correre il rischio” di cambiare qualcosa, di scegliere altrimenti…(e non parlo di prese di posizioni che sfascino famiglie..io parlo di pensarci prima perché molte cose ad un occhio attento risultano presto evidenti… e poi questo è un discorso che andrebbe allargato non solo al concetto della famiglia ma un pò a tutto il discorso della vita di un essere umano)
    La libertà e il rispetto li otteniamo nel momento in cui siamo consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo…
    “Le donne occidentali, seppur capaci di amare, tendono a voler mantenere invece quella liberta’ che sin dalla nascita hanno acquisito, vedendo spesso il matrimonio come legame che può in qualche modo scalfirla…”
    Il matrimonio purtroppo ancora oggi molto spesso è un qualcosa che viene affrontato per spirito di “accasamento”.. ci si sposa “nonostante lui sia così cosà… e faccia così e ancora cosà… e non mi rispetta e non considera le mie scelte e i miei punti di vista… etc… etc…”
    Allora mi chiedo… cosa può venir di buono da tutto ciò? Non esiste la perfezione sulla terra, questo sì, ma il rispetto quello va esatto, già va ESATTO (participio passato del verbo ESIGERE) è una prerogativa a cui non si può proprio rinunciare… E lo dico io che amo in maniera spietata eppure (cito sempre la canzone a me molto cara di Celentano!) per me ogni donna (come pure ogni uomo…) dovrebbe avere il buon senso di affermare “Per averti farei di tutto tranne che perdere la stima di me stessa…”

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  6. *Cielo: certo che liberta’ non e’ necessariamente sinonimo di felicita’ l’ importante che si abbia la possibilita’ di scelta, di decidere liberamente cosa fare della propria vita. poi le scelte possono essere sbagliate ma sero noi responsabili di esse.
    Poi camminare a fianco e’ sempre molto difficile, oserei dire raro.

    *carla: sono letture spesso difficili e non sempre ci troviamo nello stato d’animo giusto per affrontarle. sappiamo che esistono certe tragiche situazioni ma leggerle sicuramente ti porta a riflettere e a non far finta di nulla.

    *CLIO: in questi ultimi anni le denunce di situazioni in cui le donne non sono considerate alla pari degli uomini e addirittura nemmeno come esseri umani sono notevolmente aumentate. i libri che le raccontano sono molteplici e mi dispiace dirlo ma anche qui il commercio fa la sua parte incalzando l’onda di cio’ che va di piu’ al momento. in ogni caso e’ estremamente necessario rendersi conto di questo, fino a pochi anni fa non se parlava poi tanto ora fionalmente c’e’ un po’ di piu’ forza nel farlo.
    per quanto riguarda report e il commento lasciato da babo capisco la tua immensa tristezza e senso di impotenza, anche qui l’informazione ci vuole e quella di report e’ una delle poche in grado di farlo.

    melania: e’ proprio cosi’, ma noi viviamo i nostri problemi in proporzione a quello che siamo e abbiamo, di sicuro molte volte ci lamentiamo anche del “brodo troppo grasso” anche se i tempi non sono dei migliori.
    Per il commento e’ semplicemente quello che ho sentito. Per quel che vale e posso ti sono vicina

    Rino: mi spiace che anche tu prima sia finito nello spam ma son riuscita a recuperarti… non so cosa stia succedendo ma succede cosi’ per molti altri commenti probabilmente provenienti da altre piattaforme.
    Mia figlia sta gia’ lavorando al tuo post e ti ringrazia.
    Leggere davvero ti da’ grandi possibilita’ di apertura mentale… per me ci vorrebbe che la giornata fosse di qualche ora in piu’… il tempo non e’ mai abbastanza per tenere in mano un buon libro.

    Oscar: come dicevo per me c’e’ un qualcosa che li lega nella loro profonda diversita’. Bentornato

    Francesca: un caro saluto a te

    e a tutti voi
    Dona

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  7. La bellezza delle lettura sta proprio nella loro varietà e, grazie ai traduttori, possiamo godere di romanzi, saggi, poesie che danno universalità alla nostra cultura e, nello stesso tempo, conoscere altre realtà.

    Grazie di questa interessante segnalazione.

    Felicità.

    Rino, rileggendo.

    ps. certo che tua figlia può usare il mio post come spunto di ricerca, sarà per me un onore.

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  8. Ho sentito molto parlare di questo libro e non appena avrò un momento libero, e più sereno, conto di leggerlo. Quanta sofferenza su questa terra… e quanto sono piccoli e insignificanti, alle volte, i nostri problemi, quelli che ci affliggono, ci fanno stare male e non ci fanno vedere oltre il nostro naso.

    Tuo commento da me: sensibilità incredibile, mia cara Dona…

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  9. Anch’io di norma leggo poco le storie delle donne che vivono in paesi dove sono considerate meno delle bestie, che pure non hanno una vita facile. Attenzione non ho scritto Musulmani perchè non sono i soli paesi dove le donne non esistono come persone, ce ne sono tanti altri, troppi.

    Io ho letto un po’ prima di Natale questo libro – Un tè alla Salvia di Fadia Faqir – e mi ha lasciato uan tristezza infinita.
    Forse perchè al momento l’unica realtà possibile per usicre da queste situazioni è fuggire via.
    Vorrei poter fare qualcosa anche per queste persone, ma oggi mi sento impotente su tutto.
    Ho letto un tuo commento a BABO ed ho letto che hai visto Report. Quella è la mia terra. So che c’entra poco con il post ma lo dico lo stesso.
    Ciao
    Clio

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  10. Di solito evito di leggere libri del genere, non perchè voglia fare lo struzzo, ma la sofferenza che scaturisce da una lettura del genere è veramente troppo forte. C’è ancora tanto da lavorare in questo mondo per riusciore a vedere un briciolo di buon senso e rispetto sparso su tutta la superfice terrestre

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  11. Libere non significa per forza felici.
    Ma libere è un diritto di tutte le donne di vivere come gli pare, anche sposarsi e scegliersi l’uoo sbagliato.
    Il matrimonio è per certi versi il contrario di questa libertà: è correre insieme senza inciampare uno nell’altro, non uno che corre e l’altro al guinzaglio dietro…
    Buongiorno..

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