*Il solito giro

Stamattina avrei dovuto mettere a nuova dimora le tue piantine di fragola. E’ già un po’ tardi per farlo; mi manca il tuo calendario lunare e, a dire la verità, manca il tocco della tua mano.

Le mie sono doloranti, oggi. Sono sporche della nostra terra, ne sento l’odore anche in questo momento, qui, poggiate sulla tastiera.

Sai che odio mettere i guanti, sai che mi piace l’ autenticità del contatto, il sentire la consistenza, il calore, la forza o la fragilità.

Forse è meglio concedere loro riposo e andiamo a fare il nostro solito giro.

Il sole sta per sorgere dal Visentin, abitudinario come sempre. Forse, anche a lui piacerebbe almeno per una volta cambiare i suoi programmi. Non è una bella giornata per fare foto, il cielo e’ sbiadito, non segna i profili delle tue amate cime e tutti i colori appena sbocciati sembrano risentirne. Ma sai, c’e’ il salice dei Tonet che ha messo le foglie, saranno almeno tre anni che dico di fargli una foto!

C’e’ ordine nei giardini, l’ultimo week end il rumore dei rasaerba deve essere stato come quello dei motori in una gara di relly… curve contro curve, sterzate, avanti dritto, a sinistra di una terza poi ancora dritti e un trecento sessanta gradi attorno all’aiuola di pansè. Si vedono ancora i segni delle sgommate sul prato dei Tibolla! L’orto però e’ ancora da finir di svangare… “Strano che non abbiano già finito!” penso. Forse l’ultima ondata di influenza ha sfiorato anche loro.
Invece i Zanolla, poco più in là, stanno seminando il loro campo di patate. L’anno scorso ci avevano messo grano, ricordi? Certo che lo ricordi! Non facevi altro che lamentarti che ti toglieva la visuale quando ci passavi vicino in macchina! Quest’anno avresti visto meglio e avremo cercato un altro campo di grano di cui lamentarci…

Lungo il pendio, sotto il filare di viti, dov’ e’ scomodo arrivare con le lame rotanti e dove le falci non trovano più padrone e’ stata bruciata l’erba secca . Guardando il risultato forse le sterpaglie erano meglio ma tra qualche giorno il grigio della cenere lascerà il posto a verdi speranze e la vigna potrà vantarsi del suo nuovo tappeto.

Quello del bosco, prima di Rorei, e’ tappezzato di bianco e giallo; tanti anemoni vicini vicini come pixel in uno scatto che oggi stenta proprio a venire… vabbe’ mi rimane sempre il salice!

Mi sembra di essere quasi una testimone di Geova: entrare nel cortile di quella casa, a quest’ ora improbabile del mattino, suonare per chiedere il permesso e, senza aver ottenuto risposta, quasi furtivamente, rubare questo scatto. Sono rapita dalla sua bellezza… le sue foglioline sono ancora tenere, lo si nota dal loro colore sbiadito come il flebile raggio di sole che lo avvolge. Sotto capelli di chioma che ricadono sulle lacrime che ancora non ho versato, mi ci rifugio e mi guardi come fossi una bambina che cerca la tana per giocare a nascondino.

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Valerio ha rizzato le antenne e mi ha già scovato dalla distanza di quasi 200 metri più a nord. Del resto per queste cose lui e’ come un radar…fa a finta di nulla girandosi di spalle ma la curiosità lo attanaglia, e si rigira, vorrebbe stanarmi e farmi le fusa ma preferisce osservare da lontano. Mi sento scoperta, mi conviene proseguire il nostro itinerario, riprendendo la strada a ridosso della chiesetta di San Lorenzo ancora spoglia della tua via crucis. Mi piacerebbe che avesse dimora lì, sai che sono legata a quelle mura grezze. Sono state appoggio per le mie spalle stanche di giovani dilemmi, semplicemente sorreggendole dopo facili cadute e dandomi riparo dai venti dell’incertezza. Da lì gia’ studiavo il percorso per il nostro solito giro ed e’ stato tempo ben speso.

E’ stato tempo ben speso averlo fatto per anni, nel tempo che ci è stato concesso ed oggi con il salice come appiglio.

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E mentre anche l’ultima piantina ha trovato la sua dimora, tu corvo becchi distrattamente tra l’umido della concimaia…

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Appendice di golosita’:

A proposito di fragole… nella pagina FOTORICETTE un po’ di dolcezza da conservare in barattolo!

15 pensieri su “*Il solito giro

  1. Carlo: un giorno mio padre mise uno spaventapasseri con le sembianze di corvo nella concimaia e i corvi beccavano con lui!

    Giulia: mi fa piacere.

    un caro saluto amici
    Dona

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  2. Leggo ora. Dico che bello!, le parole, le foto, i luoghi, il ripetere gesti che sono un poco d’altri e un poco i nostri, la piantina che se curata grande verrà con i suoi rossi frutti mentre di là secco il corvo becca (e gli spaventapasseri non funzionano)

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  3. Stare un po’ fuori da questa casa non puo` che far bene, soprattutto se quando rientri ci regali post come questo. Buon fine settimana.

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  4. *Ramona: diciamo che debbo ancora lavorare un bel po’ sull’ accettazione ma per il resto ci siamo!

    *francesca: e si e ho in mente ancora qualche novita’ appena avro’ un po’ di tempo ma a dire il vero la luce che offrono queste belle giornate mi fanno rimanere un po’ fuori da questa “casa”… per fortuna!

    un abbraccio ad entrambe
    Dona

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  5. Che luce!!! E il fatto che questo post venga con tanta luce è un bellissimo segno di speranza, di amore, di accettazione. E di rinascita. Un abbraccio, nel sole.

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  6. *Noemi: la mia solarita’ e’ sempre velata da un filo di malinconia che non tutti riescono a percepire soprattutto nella vita reale. Diciamo che questo e’ un po’ un mio rifugio come un po’ tutte le nostre case virtuali, dove poter lasciarsi andare senza mai dimenticare chi siamo.
    oggi il sole era davvero colorato, e il cielo di un azzurro intenso ma a me mancava il tempo… difficile conciliare tutto, purtroppo!

    *Rino: quando ho aperto il blog a settembre l’impaginazione che scelsi rispecchiava il momento che stavo passando, mi ci ritrovavo in quel nero con quello sprazzo di luce dall’alto… ora mi opprimeva, era ora di cambiare, di aprire le finestre e lasciar entrare tutta la luce .
    Non sono ancora sicura di aver scelto quello giusto ma bianco deve essere!

    *Cielo: effettivamente son passata, una toccata e fuga ma sotto quel salice ci sarei rimasta a lungo… la vita corre veloce e ogni attimo in cui ci fermiamo e’ davvero del tempo guadagnato.
    Per quanto riguarda la marmellata e’ una ricetta facile facile, del resto solo quelle riescono a me, sicuramente ci metterai impegno come per le tue piantine.

    *Mio capitano: queste mie foto rispecchiano solo una piccolissima parte della bellezza di quel salice, ora che gli altri alberi attorno ancora devono metterle le foglie ma anche poi quando avranno la loro chioma, lui spicchera’ tra di loro con le sue fronde, e’ davvero una meraviglia.
    La natura e’ una delle poche verita’ che non ci tradisce mai e saperla apprezzare premia.

    *Melania: il provare delle emozioni e delle sensazioni penso sia la massima aspirazione sia per chi scrive che per chi legge, se poi sono le medesime vuol dire che e’ stato un giusto senso alle parole.

    *Francesco: allora non era Valerio ad avermi scovata, mi sa che debbo cambiare le lenti all’occhiale! 🙂
    Felice di ritrovarti.

    Un caro saluto e un grazie a tutti
    Dona

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  7. Che suggestiva atmosfera agreste nelle tue note! Splendide le foto che hai scattato. Purtroppo io sono molto ignorante in fatto di alberi e piante, ma so apprezzare la natura. Ciao.

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  8. Mi sono messo sotto il salice ad ascoltarti, t’ho vista passare, leggera, sull’erba.
    E una brezza ti portava via, lontano.

    P.S.: la ricetta della marmellata me la son copiata, hai visto mai che faccio!

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  9. Ecco, è arrivata la primavera: blog con Magnolia soulangeana, sfondo bianco come la luce d’estate e dolce prosa per allietare questa splendida giornata di sole.

    Rino, nella vita che si rinnova.

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  10. Commovente Dona… davvero commovente…
    è un incanto questo tuo scritto… tiepido come il vento di primavera sulla pelle ma scotta dentro come una malinconia non sopita…
    Un abbraccio mattutino… e un raggio di sle colorato per te!

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