Adoro sentire mani tra i capelli e contemporaneamente pensare a tutto e a nulla mentre il l’onda sonora si mischia al chiacchiericcio di paese. L’immagine riflessa alla continua ricerca di persuasioni nel fisico e nell’anima Il profumo di sciampi fruttati e acidi di permanente, mi porta a pensare che anche al di là della vetrina si respirino questi odori…fino a Kabul.
Oggi, solo la radio ha qualcosa da dire e le poltrone girano a vuoto… si sentono forti pensieri scendere fino alle mani che esperienza vuole leste e sicure.
E’ preoccupato per la “sua ragazza”, quella che per tre anni e mezzo gli ha garantito pieghe, tinture e spalle sulle quali sfogare le sue frustrazioni di uomo , marito padre e datore di lavoro. Lo sarà stato un buon datore di lavoro per preoccuparsi poi della sua dipartita? Chissà…
Se l’e’ chiesto anche la parrucchiera di Kabul, in mille occasioni , non solo quando la malvagità dell’uomo l’ha allontanata dalle sue amate allieve dalle storie assurde. No, Debbie se l’e’ chiesto giorno per giorno in quello spaccato di vita afgana dopo il regime dei talebani, testimoniato da una donna americana solidale ed emancipata che trova la sua libertà proprio in mezzo ad un popolo dove la donna e’ ancora prigioniera della cultura dominata dagli uomini.
E si preoccupa per la sua giovane età, la possibilità bruciata di dar sfogo alla sua creatività, forse quella che lui stesso le ha tolto usandola come zerbino per se e talvolta concedendola ai tacchi a spillo di qualche cliente.
A quanto può arrivare lo spirito di sopportazione di una donna in un paese come il nostro?
A quanto può arrivare lo spirito di sopportazione di una donna afgana?
Può arrivare all’accettazione di annientamento, come fiori calpestati ma non ancora spezzati che tacciono, sotto il proprio burqa, storie di grande tribolazione e forza d’animo.
Nelle parrucchiere di Kabul c’e’ il grande desiderio di non lasciarsi sfuggire una delle poche opportunità di guadagnarsi una certa indipendenza economica e di poter riappendere specchi alle loro pareti.
Mesto, non riesce a capire la decisione della “sua ragazza”; di essere un numero nella grande fabbrica piuttosto che vivere un futuro tra mozziconi di cicche spente sul proprio orgoglio, non riesce ancora a capire ma ha rallentato il ritmo e ha tempo per riflettere.
Non e’ stato necessario togliere il libro dalla borsa, oggi, per ingannare il tempo. Sono state sfogliate pagine di silenzi punteggiate da incognite e pause di riflessione, oggi, tra il profumo di sciampi fruttati.
Adoro sentire mani tra i capelli e lo sbuffo di vento che li gonfia al di là della vetrina mentre lo specchio riflette, nelle sue mani, LA PARRUCCHIERA DI KABUL.
Appendice ri- riflessiva:
Il lavoro non deve essere il privilegio di pochi o la condanna dei molti ma un mezzo di conoscenza, condivisione, rispetto ed edificazione delle persone, ovunque.
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Da segnalare la splendida foto di copertina ( da visualizzare a libro aperto) di Luigi Baldelli
Non solo per le donne cara Manuela, e’ al giorno d’oggi difficile far qualcosa, ma anche per i bambini, gli anziani, le persone sofferenti, emarginate… insomma per chiunque si trovi in una posizione di debolezza, purtroppo!
Un caro saluto
Dona
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E’ ancora così difficile nel 2008 fare qualcosa di concreto per degli esseri umani chiamate donne?
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Rino: davvero no, non ci si riesce proprio di far tesoro dei propri errori e ci si ricasca… spesso.
Daniele: non so se se ne sia fatta poca pubblicita’ a questo libro, non ho seguito… a me e’ piaciuto e son contenta che stia nella mia libreria
Giulia: grazie
Damiani: mi hai dato una buona idea, la inseriro’ qui a fianco, nel mio blog, la citazione sul lavoro.
Grazie della tua visita
a presto
un caro saluto a tutti
Dona
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Che proposta interessante e la citazione finale sul lavoro sarebbe da inserire in ogni template della blogosfera.
grazie del consiglio letterario!
a presto
Damiani
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Un bel libro con una storia importante e molto bella la tua appendice riflessiva, Giulia
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Un libro importante e che hai fatto bene a citare dato che forse non troverà tanta eco e pubblicità a livello di grossi media.
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Ecco un’altra storia, una storia che purtroppo domani sarà ricordata come un misfatto di oggi. Gli essere umani non riusciamo ad apprendere dal passato!
Rino.
P.s.: mi sono permesso riportare un tuo bel commento a un mio post in prima pagina.
Un saluto.
Rino.
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