foto@Dona
Anna
Un vecchio tronco di nocciolo vicino casa, quei segni oramai irriconoscibili scalfiti all’altezza di ragazzino dodicenne…
Erano i segni di un amore platonico ma pur sempre amore.
Due iniziali, incorniciate dal classico cuore trafitto da una delle tante frecce di un complice cupido.
Non e’ stato mai tagliato quell’ albero, forse, perché a distanza di anni, e’ in grado di essere ancora generoso verso mani che colgono i suoi frutti, forse per un caso, o forse per tenerezza di un romantico boscaiolo…
Sta di fatto che e’ ancora li ben saldo e di sicuro non indifferente al mio sguardo.
Il ricordo di quel suono, un richiamo … non di un telefonino smarrito nel bosco che suona come il verso di un tordo, ma un fischio ad imitare chissà quale volatile, suono dolce al mio orecchio attento, l’emozione di essere cercata ed osservata ad una rispettosa distanza.
Quasi ogni pomeriggio lui attraversava il bosco che separava le nostre due abitazioni, si appostava li vicino a quel nocciolo, mandava i suoi richiami e lasciava il segno del suo sentimento proprio su quella corteccia.
Ricordo la mia frenetica attività di trovare qualsiasi pretesto per poter guadagnare una buona angolazione rispetto alla sua postazione, per poterlo vedere, per incrociare anche per un istante il suo sguardo e contraccambiare il suo bel sorriso.
Mia madre osservava apparentemente disinteressata da lontano, talvolta scorgevo il suo ammiccato sorriso, provavo un po’ di vergogna per quel mio manifesto segreto…e lei sorrideva…
Ha sorriso anche la maestra quando, un giorno, andando in passeggiata mi scoprì leggere un suo bigliettino con la frase romantica del giorno.
Era solito lasciarlo all’interno della mia cartella marrone che casualmente lasciavo a sua portata di mano fuori dall’aula di 5^, unica classe dislocata tra la farmacia e l’ambulatorio medico perché non c’era più posto nel vecchio edificio scolastico.
Il nostro era uno scambio alla pari; io lasciavo il mio bigliettino nella cartella e lui nel prenderlo, ogni mattina, prima del suono della campanella, lasciava il suo. Insomma questi erano gli sms di una volta!
Così, da quel giorno, anche la maestra sorrideva…
Era difficile una volta la vita da innamorati!
foto@Dona
Anna
Diemme, e’ vero alla fine i tempi non son cambiati di molto per certi versi anche se in questo contesto le modalita’ simili di comunicazione si svolgono in due realta’ e momenti di vita completamente diversi.
Penso sia proprio peculiarita’ degli adolescenti scanbiarsi messaggi d’amore o altro in modo del tutto segreto, come a voler proteggere il loro mondo di scoperta di emozioni e sentimenti.
Del tutto diversa e’ la motivazione invece nei luoghi che citi, li la manifestazione di sentimenti e’ tabu’ e come dici tu assoggettata a regole ferree e punibili dalla loro legge. Questo e’ mancanza di liberta’ e mentalita’ che noi non riusciamo a capire e comprendere perche’ non fa parte della nostra cultura.
Guardero’ il libro che hai citato.
Un caro saluto
Dona
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Questo post mi ha fatto venire in mente un libro letto recentemente, “La conseguenza dell’amore” di Addonia Sulaiman.
Vi è narrata una storia ambientata in Arabia Saudita, dove la libera manifestazione dei sentimenti è ancora tabù, e lo scambio dei biglietti proibito dalla legge. I due protagonisti usano per un periodo proprio una “cartella”, la borsa di una terza persona, per il loro scambio di “bigliettini”.
Evidentemente i tempi non sono cambiati… non ovunque, almeno!
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era difficile si ma forse più romantica e più intrigante dopotutto…ho ancora i bigliettini dei miei sbiaditi dal tempo…”signorina posso chiederle di uscire?”…che emozione Dona
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*Arnicam: Acquisire perdendo, paradossale ma vero!
Chissa’ se qualcuno raccogliera’ il tuo consiglio 🙂
un abbraccio a te e a presto
*Barbie: si hai ragione se mi ricordo quel che si faceva per potersi scambiare anche solo uno sguardo e come batteva il cuore…
Buona settimana anche a te barbie
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i piccoli gesti però erano grandi imprese,
e per questo acquistavano valore…
buona settimana Dona,
e un bacio.
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Grazie di questi tuoi ricordi…Le cose del passato ci appaiono quasi sempre migliori, perché fa parte del nostro destino quello di acquisire, perdendo. Oggi al pazzo innamorato che intaglia il cuore su un albero si urlerebbe che sta devastando la natura e gli correrebbero dietro le associazioni ambientaliste! A chi fosse tentato, suggerirei di scegliere eventualmente un tronco che abbia la corteccia molto grossa, così da non ferire l’albero 🙂
Un abbraccio Dona
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E’ anche vero caro Rino che una volta forse ci si accontentava di piu’ anche in amore e i sentimenti erano forse anche quelli meno “complicati”… chi si mette oggi ad intagliare le iniziali su un tronco e’ preso forse piu’ per un pazzo che un pazzo innamorato 🙂
la domenica e’ oramai passata, tra lavoro e riposo… e’ stata tutto sommato una buona giornata. Spero altrettanto la tua.
A presto
Dona
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Grazie Dona.
Una volta la vita da innamorati era ben diversa da oggi, nel senso che era più difficile incontrarsi soli, stare soli, darsi un bacio, e via dicendo. Oggi è molto, ma molto più facile.
In ogni modo, le due iniziali sull’albero erano un modo di comunicarsi un qualcosa, un sentimento, un modo, forse, per scambiarsi un bacio platonico!
Buona domenica.
Rino.
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