LA PIAZZA DEL DIAMANTE – Mercè Rodoreda – parte prima

Ho scovato questo libro un paio di mesi fa in un banchetto allestito per il baby bazar (da 0 a 14 anni) nella piazza della mia città. Era lì solitario tra alcuni giochi per la playstation, immagino datati, e alcuni numeri di Topolino, datati di sicuro.

L’improvvisato commerciante era un ragazzino di circa 13 anni in  compagnia di due amici, molto più smaliziati di lui nel proporre la merce esposta. E proprio mentre loro mi propongono i giochi per la play io mi soffermo sul libro. A quel punto il ragazzo con uno sguardo a dir poco supplichevole dice: “Per favore signora me lo prenda, costa solamente 2 euro e io non vedo l’ora di togliermelo dalle scatole con tutto quello che c’ho patito a scuola nel leggerlo.”
Gli sorrido, metto nelle sue mani 3 euro e dopo un giro per le bancarelle ritorno alla base con altri 4 libri sul genere, tutti letti a scuola e tutti felicemente ceduti per pochi euro, piuttosto che rimanere anche un minuto in più tra le mani dei loro giovani proprietari.

Prima di parlare della Piazza del Diamante,  una riflessione sul tipo di libri di narrativa che talvolta, per partecipare ad alcuni progetti con lo scopo di incitare i giovani alla lettura, vengono proposti a scuola ai nostri ragazzi. Sicuramente questi testi sono estremamente interessanti dal punto di vista dei contenuti, dei periodi storici che vanno a trattare, di importanti tematiche sociali  ma allo stesso tempo non rispecchiano le esigenze di interesse e conoscenza che all’età tra gli 11 e 14 anni i ragazzi per la maggiore hanno.

Ricordo che mia figlia ha letto con estrema fatica fino a farseli odiare i testi proposti alle medie per tali obbiettivi e nel frattempo divorava libri un po’ più leggeri che trattavano di tematiche sulla scoperta dell’amicizia, dell’amore, della sessualità, delle dipendenze.
Non che queste siano tematiche meno importante dei grandi libri che hanno fatto la storia o si vuole che la possano fare ma penso che i ragazzi abbiano bisogno di un narrare che sia vicino al loro linguaggio oltre alla  tradizionale programmazione letterale.

E’ un vero peccato che un capolavoro tale come la Piazza del diamante di Mercè Rodoreda, venga ricordato come un libro brutto, noioso e pesante solamente perchè imposto ad un’età in cui risulta difficile che venga giustamente compreso.
Dona

Dimenticavo:
oramai del libro vi parlerò nel prossimo post!

14 pensieri su “LA PIAZZA DEL DIAMANTE – Mercè Rodoreda – parte prima

  1. Semprevento:
    guardandola dal punto di vista egoistico, il mio intendo… e’ cosi’ che continuero’ a trovare buoni libri ad un eccellente costo 🙂
    A parte gli scherzi… io non riuscirei mai a dar via un mio libro, anche il peggiore che possa aver letto. Pensa che tengo ancora, come reliquie, dei libri di lettura che mi hanno regalato da ragazzina, gia’ datati allora.

    Solitudine:
    concordo pienamente con te su tutto. Trovare un gusto equilibrio tra chi propone e chi poi usufruisce del prodotto proposto richiede attenzione e quel “mettersi nei panni di…” fondamentale in qualsiasi evento di vita.

    Parolesenzasuono:
    si spera che il tutto venga fatto in buona fede, nella speranza di agire per il meglio e non sottovalutando e peggio ancora nella rincorsa di favorire un autore o casa editrice piuttosto che un’altra… ma qui sarebbe ancora un altro capito!

    Donatella:
    ciao cara, la recensione la pubblico nei prossimi giorni… a dire il vero e’ li pronta ma e’ tempo di altri pensieri…

    Un caro saluto a tutte voi e grazie
    Dona

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  2. Mia figlia, accanita lettrice, sta combattendo a sua volta con dei noiosi libri imposti a scuola. Che poi noiosi non sono, ma forse è il fatto che le siano stati imposti che le sta stretto, il fatto che non rispettino i suoi tempi, lo stato d’animo del momento.

    Per contro, magari perché furono scelte più felici o perché forse, non rammento, c’era una rosa di scelta, io ricordo con molto piacere i libri che fui costretta a leggere tra medie e liceo e mai ho pensato di liberarmene. 🙂

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  3. Ciao Dona, anche secondo me sarebbe preferibile far scegliere ai ragazzi, ricordo che quando andavo alle medie ci costringevano a leggere tanti libri sulla mafia molti dei quali non solo risultavano pesanti ma anche difficili da comprendere.Così magari si rischia di allontanare i ragazzi dalla lettura…mi hai incuriosito con questo libro, aspetto con ansia la tua recensione.Un bacio!

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  4. credo che vi siano poche cose crudeli quanto l’imporre ad un giovane la lettura di un testo…

    non per altro solo in maturità si riprendono spontanemanete in mano certe cose e finalmente le si legge davvero per la prima volta—-

    a presto,
    S

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  5. Al di là di qualche capolavoro che difficilmente attira recensioni sfavorevoli, ogni libro viene interpretato da noi lettori con sentimenti diversi, perchè ci avviciniamo e lo leggiamo con proprietà di anime e sentimenti differenti.
    La scuola deve proporre la lettura di libri che abbiano anche un certo valore storico, ma è anche vero che ogni età deve avere il suo libro.

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  6. ..sei avanti, mia cara.
    condivido il tuo pensiero…l’età adolescenziale ha bisogno di sempre più stimoli verso la lettura…e se non si propone testi che ne catturino l’attenzione….finisce che le bancherelle saranno sempre più piene di testi ricordati come odiosi momenti di lettura di cui liberarsene.
    buona giornata
    vento

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  7. Cari amici vi ringrazio di aver lasciato il vostro parere.

    Giulia: sono d’accordo con te quando dici che il libro deve essere uno strumento per dialogare con i nostri ragazzi e per questo pensa devo essere una via di mezzo tra quelli che sono i loro pensieri e quelli di noi adulti educatori in mdo da poterci trovare nel mezzo e da li partire.

    Yomo: il senso di serenita’ mentale prende anche a me quando leggo e dopo aver letto, talvolta anche il pensiero di prendere in mano un buon libro mi porta gioia. Naturalmente dipende anche dal tipo di letture, alcuni rilassanti altre coinvolgenti altre ancora che possono creare una sorta di ansia e irrequietudine.
    Anche per me leggere dal monitor mi e’ praticamente impossibile e se son cose lunghe le devo proprio stampare. Non riuscirei credo, leggere un libro nel web.

    Osvaldo: mi piace molto questo tuo modo di prendere i ragazzi con cortesia, aggirandoli un po’ alla larga, permettendo loro di avere un proprio spazio ma allo stesso tempo vigilando.
    Sono d’accordo quando dici che ognuno deve scegliere un libro secondo quello che piace e la propria sensibilita’ sia che si tratti di adulti che di ragazzi. Quindi l’imposizione di un testo sia che sia incluso in una lista che come unica “scelta” non puo’ portare quasi mai a buoni frutti.
    Nello scegliere i libri io mi baso su diversi fattori e devo dire che oltre all’autore, a cio’ sentito dire e alle “voglie” del momento, a me che piace molto la fotografia, talvolta mi soffermo molto sull’immagine di copertina. Un tempo ne ho anche scritto un post, se lo ritrovo lo ripropongo!

    Artemisia: anzitutto son contenta di ritrovarti qui dopo tanto tempo e a parlare di un argomento che so essere a te caro.
    E’ vero che tante volta i ragazzi hanno bisogno di essere stimolati a leggere altrimenti non lo farebbero mai se partisse da loro ma penso che a maggior ragione, in chi non ha questa predisposizione per la lettura gli si debbano consigliare dei testi consoni al suo modo di essere a quello che vorrebbe scoprire insoma un supporto in base alle esigenze, concedendoci e concedendo tempo nella ricerca. Questo sarebbe anche un buon inizio per intraprendere un dialogo con loro.

    Ora vado a pranzo e poi via al lavoro!
    Un caro saluto e ancora un grazie a tutti voi
    Dona

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  8. Cara Dona, questo libro io l’ho amato molto, ma non l’ho mai proposto. A volte dipende anche da come vengono fatti leggere, da come glieli porgi. Può succedere che ad essere noioso non è il libro, ma come glielo proponiamo e dipende anche cosa ci devono fare di quello che hanno letto (hai presente le schede che superano il volume del libro in quantità di pagine?). Insomma la lettura è un fatto complesso e a volte i ragazzi sanno sorprenderti. Il libro deve essere uno strumento per dialogare con loro, deve vivere nelle loro menti… Comunque è vero che rischiamo di bruciare libri a cui non sono ancora preparati o perchè semplicemente sono lontani dalla loro vita.

    Un abbraccio
    Giulia

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  9. buongiorno Dona, grazie della visita 😉

    io purtroppo leggo molto poco …anzi ho anche molti libri per essere uno che legge poco. Però quelle volte che mi dedico alla lettura, dopo qualche giorno, avverto un senso di “serenità” mentale. Il fatto di staccare la spina dal PC e dedicarsi di più alla lettura, credo che più avanti sarà qualcosa che prenderò più sul serio. Faccio fatica a leggere dal monitor …e spesse volte per gli occhi che mi fanno male, cerco almeno di stamparle e così potrò leggerle su un foglio.

    miciosa giornata e grazie di nuovo 🙂

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  10. Per quanto mi riguarda, mai imporre un elenco di libri da leggere durante l’anno o, peggio, durante le vacanze. Al massimo consigliarlo e senza controllo fiscale successivo!
    La lettura deve essere un piacere ed allora, proprio per avvalorare tale concetto è meglio dire ai ragazzi “Leggete ciò che volete ma leggete e poi scegliete due dei vostri libri preferiti tra quelli che avete letto e raccontatemi la “storia” perchè magari non l’ho letto.”. L’affermazione di Artemisia sul libro “vendutoti” dal ragazzo, è la conferma che non si può consigliare ad una platea di persone lo stesso elenco di libri da leggere. Ognuno sceglie il libro da leggere secondo i propri interessi e, soprattutto, secondo la propria sensibilità. Non guardo mai la graduatoria dei libri più venduti nella settimana o nel mese. Mi fido più degli autori che conosco, oltre, ovviamente, che dei classici e parlo di libri molto di più con il mio libraio che, normalmente, è anche un lettore “professionista” che con gli amici. A meno che anche l’amico non sia un autore come mi capita con Sebastiano Vassalli, ex collega novarese, del quale compro quasi tutti i libri per poi discuterne con lui stesso o di persona o per iscritto. Chi non lo conoscesse potrebbe incominciare a leggere il romanzo (?) che lo consacrò scrittore, “La chimera”, Einaudi.
    Buona notte.

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  11. Ciao Dona. Concorso pienamente con il ragazzino: il libro della Rodoreda l’ho trovato
    noioso e scritto male. L’ho comprato influenzata dal fatto che è stato proclamato libro dell’anno scorso a Fahrenheit e mi sono pentita. Povero ragazzo!
    Il libro di Moccia è a livello di un fotoromanzo ma sicuramente più piacevole da leggere.

    Riguardo alle proposte di lettura da parte degli insegnanti, anch’io sono molto combattuta. Da un lato è vero che costringere a leggere crea odio verso questa attività che dovrebbe essere un piacere, dall’altro per ragazzi come i miei figli se non sono costretti non leggerebbero nulla di nulla. E’ successo che invece hanno iniziato un libro controvoglia e poi si sono ricreduti. Forse sarebbe meglio una rosa nella quale poter scegliere. Non so.
    Un caro saluto,
    Artemisia

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