Verso una Pasqua di resurrezione

Il suono della campanella mi riporta alla realtà ma continuo a fissare le canne dell’organo proprio dietro all’altare. In particolare l’ultima sul lato sinistro, poco più lunga della marmitta della mia vecchia moto.

Quando ho aperto gli occhi, dopo l’impatto con l’asfalto, li ho visti rispecchiati proprio in quello specchio di metallo, impauriti e spersi, tra la visiera del casco. Tutto era ovattato e confuso attorno a me, nessun dolore, solo l’azzurro comparirmi sopra, sensazione di un peso ai lati del collo e da lontano un suono che molto lentamente si trasforma in una voce gentile che mi dice di non muovermi, di stare fermo.

La campanella suona ancora nell’ arcipretale e rivedo quella targa come ultima immagine, prima del buio. No forse c’è dell’altro, forse non ero solo.

Provo a guardarmi attorno ma nemmeno più il cielo riesco a vedere, qualcuno mi sta sopra e mi chiede qualcosa che non riesco a capire. Nella mia mente prende posto lentamente un ricordo, la inonda e la travolge. Dalle mie labbra secche esce un suono distorto, ci riprovo, una due volte, mi viene detto di stare calmo; è la voce gentile di prima a dirmelo. Il torace mi fa un male tremendo, sembra stretto in una morsa, cerco di ridurre al minimo il respiro e finalmente riesco a pronunciare quella parola, anzi no, è un nome: DENISE…

“…DENISE” pronuncia il suo nome il prete. Al suo fianco vedo mio figlio con l’abito da cherichetto, che grande è già diventato, penso. Assomiglia molto alla madre. Oggi è qui alla mia destra, dopo tanto tempo; da quel giorno dell’incidente sono cambiate un mucchio di cose. Al fianco della madre l’altro mio figlio, il maggiore. Strano vederlo li, seduto fermo e composto. Di sicuro avrebbe preferito essere da un’altra parte piuttosto che sorbirsi la narrazione della passione secondo Matteo… – Pietro gli disse: “Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai” Gli disse Gesù: “In verità io ti dico, questa notte prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte” Pietro gli rispose: “Anche se dovessi morire con te , io non ti rinnegherò” Lo stesso dissero tutti gli apostoli.”…

Mi perdo in queste parole e sento tutta la mia colpa. Ho rinnegato la mia famiglia in quella corsa sfrenata e non solo in sella alla mia moto. Ho distrutto DENISE, e la sua famiglia. A proposito, non vedo la sua famiglia qui oggi, non c’è nessuno.

Ci sono solo le solite vecchie signore chine, alcune in ginocchio con i grani del rosario tra le dita. Altre ritte ad accordare l’ ugola per il canto o per il dire. Solo qualche ragazzo, tra loro anche i gemelli; che cambiamento da quando andavano in classe con mio figlio, il maggiore. Ancora qualche altra persona sparsa a tossire i pollini di stagione o l’odor d’incenso. Non c’è nessuno della sua famiglia continuo a ripetermi ma forse, anche queste persone sono una famiglia. Noi stiamo cercando di tornare ad essere una famiglia.

Sento gli sguardi addosso, un’altra volta. Succede quando il prete ricorda Denise. E lo ricordo anch’io, alla mia maniera, con tutto il suo amore per la vita che mi ha lasciato dentro. E trovo la forza, finalmente, di sollevare il capo verso l’ultimo raggio di sole, lassù.

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