*Pinolarice: il bosco incantato

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Nel bosco di Pinolarice, da tempo, c’erano due grossi problemi: l’abbandono di spazzatura di qualsiasi genere e il taglio incontrollato dei suoi alberi.
In esso vi regnavano due famiglie: quella dei Pineti e quello dei Larici.

La famiglia dei Pineti era quello che subiva il taglio; ogni giorno venivano soppressi minimo un dieci alberi se non di più dal solito gruppo di boscaioli e, se si continuava di questo passo, c’era il rischio che non ne rimanesse nemmeno uno.
La famiglia dei larici invece era invasa dall’immondizia perché moltissime persone del paese vicino buttava proprio qui  qualsiasi cosa: da una carta di merendina alle gomme delle macchine. I Larici si chiedevano perché al posto di buttare i rifiuti nel loro territorio non li portassero per esempio al vicino ecocentro. Il Comune l’aveva costruito di recente proprio alle porte del paese, poco più a est del bosco di Pinolarice. Quel giorno dell’inaugurazione i Larici e i Pineti avevano visto tutti i ragazzi delle scuole parteciparvi entusiasti e ascoltare il discorso del Sindaco che diceva loro di aver cura dell’ambiente. Aveva spiegato loro come dividere i rifiuti e poi smaltirli negli appositi cassonetti. Sembravano aver capito ma poi già dal pomeriggio alcuni di loro si erano presentati a Pinolarice a cavallo delle loro montan bike e avevano lasciato le carte delle loro merendine proprio ai piedi dell’ Alberomaestro. Era davvero troppo!!!

Così, quel giorno, i due gruppi di alberi decisero di allearsi contro gli umani.
La stessa notte, mentre il paese dormiva, tutti gli “abitanti” di Pinolarice si riunirono con a capo l’ Alberomaestro, per trovare una soluzione per difendere il loro ambiente dall’uomo.
Per la prima volta le due grandi famiglie del bosco erano unite in un obbiettivo comune anche se i loro problemi erano diversi.
Decisero che i Pineti dovevano allontanare il solito gruppo di boscaioli facendoli inciampare sulle loro radici colpendoli poi a suon di fronde, cosi’ da far credere che erano stati gli spiriti degli alberi che loro avevano fin ora tagliato.
Per il gruppo dei Larici, invece venne deciso dopo parecchie idee,  che ad ogni persona che passava e lasciava la sua immondizia le venisse rilanciata contro.

Il giorno dopo il solito gruppo di boscaioli arrivò per tagliare gli abituali                                dieci alberi se non di più. Intanto che i boscaioli giravano per vedere quali pini tagliare, Pinovecchio (il più anziano tra i pini), facendo finta che ci fosse il vento, si muoveva un po’ con i rami e un po’ con le radici e diede il via all’ “operazione antitaglio”.
Mentre gli uomini, armati di motosega, camminavano fischiettando e guardando in alto i rami, le radici degli stessi si alzarono dal suolo quel poco che serviva per farli inciampare. Infatti caddero tutti e cinque a terra e i Pini fecero fatica a trattenersi dalle risate, erano proprio ridicoli! Mentre si stavano rialzando arrivò  dall’alto l’attacco di fronde dispettose e si ritrovarono un’altra volta a terra. Questo si ripeté per parecchie volte. I malcapitati, senza quasi più forze abbandonarono il bosco, senza saper bene cosa fosse successo. Il piano, per quel giorno, aveva pienamente funzionato con grande soddisfazione della famiglia dei Pineti. Ora era da vedere se il giorno dopo i boscaioli si sarebbero ripresentati.
Cosi’ successe ma gli alberi non si scoraggiarono e ricominciarono il loro attacco. I boscaioli si guardavano attorno un po’ preoccupati ma desiderosi di tagliare i quotidiani alberi, più quelli che non avevano potuto mozzare il giorno prima. Improvvisamente si sentirono pero’ battersi sulle spalle. Tutti e cinque si girarono di scatto ma non videro nessuno dietro di loro, si rigirano e si ritrovano schiaffeggiati da un ramo di Pino. Tanto per cambiare si ritrovano l’ennesima volta a terra e ogni volta che provano a rialzarsi o inciampano sulle radici o venivano schiaffeggiati dalle fronde. Uno di loro disse che questi erano, senza ombra di dubbio, gli spiriti del bosco di Pinolarice dei quali la nonna, quando era piccolo, gli raccontava la leggenda. Gli altri non gli credettero e ritornarono nei giorni successivi per tentare di fare il loro “lavoro”. Ogni giorno però si prendono una bella batosta e dopo un po’ di tempo cominciarono a credere a quella leggenda.

Contemporaneamente nel bosco dei Larici passò di là un ragazzo che gettò una lattina di birra e rotolando arrivò ai piedi dell’ Alberomaestro; questo con la massima cautela, ma anche cercando di sbrigarsi, prese con il suo ramo più basso la lattina e la lanciò in modo da colpirlo. Infatti la lattina arrivò sulla schiena del giovane, questo si girò con aria minacciosa per vedere chi fosse ma non vide nessuno. Rilanciò la lattina verso un altro albero sempre nel gruppo dei larici e questo, facendo le stesse mosse del suo maestro, la rilanciò e questa volta arrivò sul piede del marmocchio. Questo si ripeté per altre due volte e ad un certo punto il giovane si stufò e alla fine si portò con se la lattina. Anche la strategia dei Larici per il momento aveva funzionato e si stava animando nel bosco un certo ottimismo.
Il giorno dopo arrivò con una jeep un signore che si sbarazzò di un’intera batteria di pneumatici da neve che aveva appena sostituito dopo un inverno rigido in cui le nevicate erano state abbondanti. Mentre il signore stava risalendo nella vettura i Larici si rimboccarono le fronde e cominciarono a spingere i pneumatici facendoli rotolare verso la jeep. Sbalordito scese e ributtò le gomme dall’altra parte del bosco di Pinolarice ma anche qui altri Larici alzando le radici fecero correre le ruote verso il signore che inciampò e si ritrovò a terra ricoperto dalla sua immondizia. Non c’era verso che riuscisse a lasciarla lì per cui ricarico tutte e quattro le ruote e corse impaurito verso l’ecocentro.
La famiglia dei Larici era proprio contenta e orgogliosa del suo lavoro che proseguì ancora per parecchi giorni fino a quando non si vide più nessuno portare immondizia e nemmeno i boscaioli si ripresentarono più nella famiglia dei Pini.
All’ingresso del bosco un giorno comparve un cartello:
BOSCO STREGATO
TENERSI ALLA LARGA

Gli abitanti di Pinolarice erano contenti perché il loro piano aveva funzionato ma allo stesso tempo erano tristi perchè più nessuno veniva a fargli visita anche solo per una passeggiata, per godere del fresco ai piedi delle loro chiome e ammirare la bellezza del bosco.
Si riunirono una seconda volta per cercare una soluzione e pubblicizzare il loro territorio. Decisero quindi di cambiare quel “maledetto” cartello che aveva portato tanta desolazione tra di loro.
Alberomaestro e Pinovecchio  per amore delle loro famiglie si spezzarono un rametto entrambi e con la linfa che ne uscì scrissero il nuovo cartello.
Cosi’ comparve scritto il mattino dopo alle soglie del bosco di Pinolarice:
BOSCO INCANTATO
VENITE, RELAX ASSICURATO!

by Sara
dopo aver letto Cloni di Fate di Laura Walter

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12 pensieri su “*Pinolarice: il bosco incantato

  1. Ciao Laura,
    grazie per il gradito commento, hai fatto felicissima Sara che emozionata per il momento ha incaricato me di rispoderti. Lei lo fara’ senz’altro al piu’ presto.
    Intanto mi permetto di dirti che Il tuo libro e’ stato letto da quasi tutta la classe di Sara in occasione di un progetto che viene presentato ogni anno nella nostra provincia e prevede appunto la lettura di alcuni libri con la successiva recensione o finale creativo o come nel caso del tuo libro la creazione di un piccolo racconto in cui si chiedeva agli alunni di inventare una storia in cui si immaginasse la ribellione dei boschi contro gli uomini che li distruggono e li rovinano. Cosi’ e’ nato questo racconto che io ho pubblicato qui poi, come alcuni altri lavori di Sara inclusi nelle sue pagine sopra la testata del blog.
    Grazie ancora per il tuo commento e spero tu ritorni a leggerci.
    Un caro saluto
    Dona

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  2. Ciao Sara, credo che questo blog sia della tua mamma. Sono Laura Walter, l’autrice di “Cloni di Fate”, ho letto la tua storia di PinoLarice, che è ben scritta, divertente, con espressioni azzeccate ed originali. Devo temere una brava concorrente in futuro?:)) No, davvero, complimenti, e mi fa piacere che tu lo abbia scritto dopo aver letto il mio romanzo. Significa che parte del messaggio è sicuramente passata, anche se, dopo aver curiosato nel blog, credo che tu abbia appreso il messaggio soprattutto dai tuoi. Complimenti ancora e continua:)
    Laura Walter

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  3. *Sileno: mi piace assentarmi e, per esempio, ” andar proprio per boschi”… 🙂

    *Noemi: bentrovata! Grazie per il tuo gradito commento che condivido appieno. Un saluto anche da parte di Sara

    *Rino: e’ arrivata si ma che freddo ancora… appena dietro a questi boschi c’e’ ancora la neve!

    *Irish: per niente si dice “forza della natura”… ma davvero anche lei si ribella, magari non subito ma vien il giorno che lo fa.

    *Arnicam: be insomma parlandone e soprattutto sensibilizzando i giovani forse riusciremo a rispettarla un po’ di piu’ negli anni a venire. Proviamoci! Un abbraccio a te.

    Un caro saluto a tutti Dona e Sara

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  4. Grazie a Sara e a te di questa bella storia, rimboccarsi le fronde è una bellissima immagine. Chissà se avremmo un pò più rispetto se capissimo da subito che la natura è la nostra prima maestra 🙂
    Un abbraccio Dona

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  5. e ci chiediamo ancora perchè ogni tanto la natura si ribella facendo tremare quella terra che l’uomo inquina??
    forse non ha mica tutti i torti
    la natura a noi fa solo un gran bene
    alla salute, agli occhi e al cuore…
    bellissima e riflessiva storia
    buona giornata 🙂

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  6. A volte nei boschi incantati, quando pensi di essere solo, scopri che c’è sempre una vocina che ti mormora qualcosa e molte volte sono rimproveri, i boschi risvegliano e danno forza alla coscienza.
    Bentornata Dona, era un pochino che eri assente.
    ciao
    Sileno

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  7. A si piace anche a me Fra questa espressione e mi piace l’atmosfera alla fine goliardica che trasuda, nonostante i problemi…
    Un abbraccio
    Dona

    grazie del commento da parte di Sara

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